NEWSLETTER di Luglio 2007
Un
abbraccio di cuore
Carmela
DIVENTA IL CAMBIAMENTO CHE CHIEDI AL MONDO”
Gandhi
“… noi abbiamo imparato che la psicologia del bambino non è quella dell’adulto e
che per lui la condizione essenziale è la libertà d’azione in un ambiente
predisposto, dove possa svolgere la sua attività con intelligenza.”
Maria Montessori – COME EDUCARE IL POTENZIALE UMANO
SCIENZA, CONOSCENZA,
SPIRITUALITA'...
LE ETÀ DELLA
MENTE
Alle origini dell’individualità
“La mente del bambino, come sappiamo osservandone il comportamento e come hanno
dimostrato gli studi di generazioni di psicologi, è fondamentalmente diversa da
quella di un adulto: un bambino piccolo pensa e si emoziona in modo differente
rispetto a un bambino più grandicello, un adolescente, un adulto. Queste
differenze non sono tanto di tipo quantitativo, non dipendono cioè dal fatto che
la mente di un bambino sia ancora <<in miniatura>>, quanto di tipo qualitativo:
esse non rispecchiano soltanto un diverso numero di esperienze e adattamenti ma
anche un diverso grado di maturazione dei sensi e delle capacità motorie e
cognitive… A partire dalla nascita, sensi, movimenti, pensiero, emozioni si
trasformano gradualmente, passando attraverso stadi diversi che, come gradini di
una scala, consentono di raggiungere capacità sempre più elevate… Lo studio del
comportamento di un feto, di un neonato, di un lattante o di un bambino indica
una forte sincronia tra sviluppo del cervello e sviluppo della mente e
sottolinea la presenza di un programma genetico, ma anche di una estrema
capacità del cervello di adattare e modificare le sue caratteristiche
strutturali e le sue funzioni alle necessità del momento. Le nostre conoscenze
sullo sviluppo della mente sono molto recenti e si basano su un’alleanza tra
psicologia dello sviluppo e neuroscienza, possibile grazie a nuovi strumenti di
studio della mente e del cervello: questi hanno permesso di identificare con
precisione le tappe della maturazione delle diverse aree e strutture nervose e
quindi di mettere in rapporto un particolare aspetto del comportamento con una
particolare struttura cerebrale… Quando parliamo del cervello, il primo punto da
considerare è l’estrema individualità cerebrale e, di conseguenza, mentale: non
esistono due cervelli identici e, anche in caso di clonazione…, i cloni
possiedono un cervello non coincidente. (…)
Sintonizzarsi col mondo
Per poter applicarsi, concentrasi, interessarsi agli altri e al mondo che lo
circonda, un bambino deve godere di una sufficiente tranquillità emotiva: se è
stressato, preoccupato intimorito, molto insicuro, impegnerà tutte le sue
energie a difendersi, a cercare protezione, a isolarsi da quelle situazioni che
gli procurano ansia e lo fanno soffrire. Un bambino con una scarsa autostima o
notevoli problemi familiari, maltrattato o non amato va quindi più facilmente
incontro a difficoltà di apprendimento, che possono ostacolare la sua crescita
intellettiva e la sua formazione culturale. E se alcuni riescono, nonostante
tutto, a crearsi spazi mentali di tranquillità in cui immergersi nei momenti
critici, altri invece non ci riescono per vari motivi; il primo di questi è la
mancanza di un buon attaccamento nei primi 3 anni di vita.
Nel corso dell’età evolutiva la mente non si sviluppa in un
vuoto ma anche grazie al clima affettivo che regna in famiglia e al rapporto che
il bambino instaura fin dall’inizio con le proprie figure di attaccamento, in
particolare i genitori. Un cattivo rapporto con queste figure di riferimento può
ostacolare la naturale curiosità, creare un clima di sospetto e di paura e
portare a un ripiegamento difensivo su se stessi. Crescere in un clima sereno,
disporre di una <<base sicura>> cui fare riferimento e da cui trarre fiducia è
fondamentale nell’infanzia. (…) per sopravvivere un neonato … ha bisogno che
qualcuno si occupi di lui, non soltanto per alimentarlo e coprirlo, ma anche per
trasmettergli con la presenza e le interazioni, sicurezza e ottimismo. (…) Egli
trae dunque la propria sicurezza non soltanto da quelle competenze che la
maturazione fa emergere e che gli consentono di controllare sempre meglio la
realtà, ma anche dal modo in cui gli altri gli rispondono e interagiscono: dal
fatto che lo rassicurino, che capiscano le sue esigenze, che lo incoraggino, che
gli trasmettano gioia e ottimismo, che gli mostrino in quanti modi si può
entrare in relazione con le persone e suscitare il loro interesse.”
Alberto Oliviero, Anna Oliviero Ferraris
– LE ETA’ DELLA MENTE – RIZZOLI
Entro ottobre le iscrizioni per il
CORSO
QUADRIENNALE DI SPECIALIZZAZIONE
INTELLIGENZA EMOTIVA NEL LAVORO
Aziende da amare
In un mondo che cambia ad alta velocità, le imprese devono conquistare i
talenti usando strumenti diversi da quelli tradizionali. Joshua
Freedman, intervistato da Antonio Dini,
spiega quanto conta l'intelligenza emotiva.
Ci vuole un'avvertenza particolare prima di incontrare Joshua Freedman,
ricercatore e studioso della performance aziendale e consulente internazionale
di questo tema. I suoi libri- l'ultimo dei quali, Intelligenza emotiva,
è pubblicato da Il Sole 24 Ore- ne sono una prova vivente: il mondo al quale
fa riferimento non è applicabile letteralmente a tutti i contesti. Ma,
riuscendo a guardare con una lente interpretativa sufficientemente affinata,
la sua visione in realtà comunica soprattutto in Italia molto più di quel che
non si possa immaginare. Non si tratta infatti solo di una teoria "new age" su
come migliorare la performance nel business inserendo un "tocco umano" e "più
sensibilità".
E' una visione più ampia, una delle più chiare manifestazioni che qualcosa si
muove: stiamo assistendo probabilmente a un cambiamento profondo del mondo
degli affari e non solo, a velocità accelerata e in un arco di tempo nel quale
cinque anni sono diventati un'era geologica. Freedman testimonia un aspetto di
questo cambiamento, grazie a una ricetta originale che sta interessando i
vertici di numerose multinazionali come di piccole start up e piccole ma
dinamiche imprese in Paesi di tutto il mondo. L'emozione conta.
Mister Freedman, cosa vuol dire che il mondo sta cambiando?
Ritengo che oggi se vuoi guidare una azienda devi avere un tipo di sensibilità
diversa, nuova. Qualcosa di differente rispetto al passato, di certo molto
lontano dallo spirito puro e selvaggio del capitalismo che nell'Ottocento ha
segnato conflitti e contrasti durissimi. Bisogna capire la velocità
dell'innovazione.
In che senso?
Oggi più che mai è necessario venir fuori con nuovi tipi di innovazione, con
forme di crescita che siano anche radicalmente differenti dal passato. Sono
necessarie la trasparenza e l'apertura delle aziende quotate in Borsa: Google
con il caso della censura in Cina ne è un esempio. Non raccogli consenso e
capitali solamente facendo business, ma anche facendolo in modo etico. Però
l'etica è solo uno degli aspetti in gioco: la leadership all'interno di
un'azienda è diventata qualcosa di molto complesso.
Questo vuol dire che stanno cambiando le persone che lavorano nelle
aziende?
Certo, stakeholders, azionisti e dipendenti sono figure che si sovrappongono
sempre più. Ma anche per chi non è quotato in Borsa, la capacità di essere
attrattivo verso i giovani con talento, capaci cioè di innovare e portare
sangue nuovo e successi in azienda, richiede un diverso approccio. Le
generazioni più giovani sono mobili, non amano ripetere sul lavoro gli stessi
schemi in maniera indefinita. Non si tratta di una élite, bensì di un numero
talmente ampio da essere oramai rilevante in quasi tutti i settori.
Quali sono gli elementi richiesti per una leadership dell'azienda?
Ci vogliono in parte le solite cose, non mi fraintenda: attenzione ai
dettagli, pianificazione accurata, capacità di sviluppare piani industriali e
commerciali. Ma c'è di più. Ci vuole anche una cosa nuova che si chiama
fiducia. Bisogna essere credibili. Le cose che le aziende comunicano sono
anche non verbali. Cioè, si tratta di elementi emozionali. Sono dieci anni che
studio questi fenomeni, e sono giunto a una conclusione importante.
Quale?
Che nei momenti di cambiamento sistemico come questo, la cosa più importante,
sono le persone. Le persone, cioè, sono più importanti delle aziende. Oggi non
si compete con le aziende, ma con le persone che le formano. Quindi, il
problema è come attrarre le persone che siano in grado di fare la differenza.
E qui, così come per l'esterno, anche all'interno dell'azienda è importante
capire che chi ha talento non si attrae sono con i soldi. Perchè si tratta di
persone nuove, che ritengono che sia importante amare quel che fanno. E le
aziende devono mettersi in condizione di essere amate.
Come fa un'azienda a farsi amare?
E' compito dei suoi leader, coloro i quali devono saper usare un'intelligenza
emotiva e non solo freddamente razionale. Devono creare una comunità di
innovatori, un senso di appartenenza e di libertà, dare l'idea che si sta
cambiando qualcosa con il proprio lavoro e che il cambiamento tende verso il
meglio. Siamo agli antipodi rispetto alla logica dei grandi speculatori che
costruirono la ferrovia transcontinentale attraverso gli Stati Uniti,
arricchendosi in maniera oscena con scorrettezze e ruberie a scapito di
centinaia di migliaia di sventurati. Oggi le persone contano tantissimo, più
delle aziende e dei soldi.
Quali sono le dimensioni del cambiamento sociale ed economico di cui
parla?
Si estende in tutto il mondo. Lo si può vedere meglio in alcuni contesti, per
motivi differenti. Mi viene in mente l'Asia con due esempi: Singapore e la
Cina. Entrambe stanno costruendo società innovative, anche se in modo
differente e con motivazioni (e numero di persone coinvolte) differenti. Una
delle chiavi, in questo tipo di società e d'impresa è la condivisione delle
informazioni, che oggi vengono tenute al chiuso come risorsa di potere.
Invece, la loro condivisione è fondamentale.
Come cambia lo stile dei manager che devono gestire le aziende?
Radicalmente. Devono capire che si trovano di fronte a un modo di ragionare
differente, in cui conta molto la capacità di motivare e ispirare fiducia, di
parlare una lingua differente da quella che, per generazioni, hanno con tutta
probabilità imparato nelle business school o sul campo venti o trent'anni
fa. Per alcuni, nella mia esperienza di consulente, non è affatto difficile.
In qualche caso, ci sono dirigenti d'azienda che sono molto più avanti dei
tempi. Ma in altri casi è praticamente impossibile: c'è un rifiuto di
comprendere, un'incapacità di fare cose che non si capiscono e che quindi si
rigettano. Integrità, fiducia, visione e capacità di adattamento in un momento
di profondi e rapidi cambiamenti. Non è per niente facile agire in questo
contesto.
Perchè?
La reazioni istintiva di fronte al cambiamento improvviso, che è percepito
come un pericolo, è combatterlo o fuggire. Sono due risposte sbagliate: serve
la creatività, l'unico modo che abbiamo per rendere le minacce di oggi un
ricordo del passato. L'intelligenza emotiva è la chiave per aiutarci in
questo.
Come?
Prenda ad esempio la qualità fondamentale di un innovatore. La curiosità. E'
strettamente necessaria, oggi. Ma la curiosità non è un dato razionale che si
possa scrivere su un foglio di Excel o in una scheda del personale. Non è
neanche misurabile. E' un sentimento. E' una delle chiavi per capire che sono
le emozioni che guidano la performance aziendale. Capire che in un'azienda,
così come in un mercato, le persone non si comportano a caso, ma seguono le
proprie idee e soprattutto le proprie emozioni permette di gestire molto
meglio la performance. Permette di ottenere risultati che altrimenti non
sarebbero possibili oggi.
Fino a che punto è importante, oggi, il talento nelle imprese?
E' una necessità fondamentale. E' necessario infatti convincere le persone a
portare i loro talenti sul lavoro, a utilizzarli ogni giorno. Sono la chiave
per essere innovativi e competitivi. Oggi succede ancora troppo spesso il
contrario, e cioè che si portino a casa dal lavoro le pressioni e le
conseguenze psicologiche degli errori che vengono commessi al lavoro. Invece,
bisognerebbe fare esattamente il contrario e portare la freschezza e la
capacità di innovare da casa, dal proprio privato, sul lavoro. Noi lavoriamo
per realizzare strumenti che consentano di capire e offrono una base oggettiva
ai sentimenti, ai modi di svilupparli e di gestirli, di comprenderli e trovare
il modo per renderli funzionali in azienda. E non c'è una vera alternativa:
chi non innova deve essere più intelligente di prima, usando risorse come
l'emotività che finora non erano mai state prese seriamente in considerazione.
Intervista a Joshua Freedman, pubblicata su L'Impresa (n 3, MAGGIO 2007). In
un mondo in continuo mutamento, quanto conta l'Intelligenza Emotiva?
Chi è Joshua Freedman
Joshua Freedman, recita il suo stringato profilo, “svolge attività di
ricerca, consulenza e formazione a livello mondiale”. Di persona il
quarantenne americano chiarisce: «Non è importante il curriculum quanto la
passione e il modo con il quale si lavora». Quello che è stato definito un
“guru dei consigli di amministrazione”, chiamato dai vertici delle grandi
come delle piccole aziende a spiegare in quale modo migliorare la
performance aziendale, veste solitamente in modo casual e non cerca di
impressionare gli interlocutori con l’aggressività tipica dei “Testosterone
Ceo”, gli amministratori delegati che negli ultimi vent’anni hanno fatto
delle loro personalità esuberanti una chiave per ammaliare dipendenti,
consigli di amministrazione e azionisti. Per Six Seconds EQ Networks, la
società californiana di formazione e consulenza non-profit, attiva in tutto
il mondo, che lavora allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, ha la funzione
di direttore dei programmi; mentre è al vertice dell’Institute for
Organizational Performance. Ha insegnato i suoi metodi a decine di formatori
e consulenti di tutto il mondo che lavorano nei network della Six Seconds e
dell’Institute. |
Ricevuto da
team@6seconds.org
http://italia.6seconds.org/modules.php?name=News&file=article&sid=126
TESI DI LAUREA
SULL’INTELLIGENZA EMOTIVA
Questo spazio gratuito vuole contribuire a valorizzare lo
Studio e la Ricerca compiuta da giovani in gamba: quello che hanno da dire e
vogliono condividere spesso è poco considerato, e questo è un vero peccato in
quanto la loro ricerca potrebbe arricchirci tutti.
Con esso, vogliamo dare fiducia e incoraggiamento a questi giovani, perché
proseguano, sempre meglio, sulla strada intrapresa.
La pubblicazione è gratuita e restano degli Autori delle Tesi i diritti
d’autore.
Inviateci le vostre ricerche: se meritano verranno pubblicate sulle pagine di
questo sito.
Maggiori informazioni sulle modalità da seguire per l’invio dei manoscritti alla
pagina
http://www.intelligenzaemotiva.it/tesi.htm
ULTIMISSIME
NEALE DONALD WALSCH
in Italia
Cari amici,
vi comunico un aggiornamento sulla visita di Neale Donald Walsch in Italia. Ho
messo in calendario 3 eventi distinti con 3 prezzi diversi, credo che ci sarà
modo per tutti di partecipare ad uno o più di questi incontri.
Sto ancora preparando le descrizioni definitive degli incontri ma intanto ho
messo a disposizione online il calendario e il modulo di registrazione.
Clicca qui per vederlo
Per comodità vi riporto qui il calendario:
20 sett. - giovedì sera - SATSANG con Neale Donald Walsch dalle 20 alle
23 a Noventa Padovana.
21 - 23 sett. - RITIRO con Neale Donald Walsch "Più felice di Dio", il
titolo è preso dall'ultima opera di Neale non ancora in stampa. Luogo del
ritiro: Mestre (VE).
24 sett. - lunedì - SEMINARIO di yoga Dahn Hak con Neale e MASTER YOUNG
HEE. Allineamento di corpo, mente e spirito.
Troverete
ulteriori informazioni sul sito e
naturalmente tra pochi giorni avrete tutti i dettagli. Per approfittare dello
sconto del 10% sul costo del ritiro è necessario completare la registrazione
entro il 31 luglio 2007. Vi ricordo inoltre che i prezzi non includono vitto e
alloggio. Presto vi faccio avere info sugli alberghi con cui ci stiamo
convenzionando se ne avrete bisogno.
Scusate se scrivo "al volo" ma mi trovo per qualche giorno all'estero e non ho
tantissimo tempo per completare il bollettino dalla mia camera d'albergo.
A presto, amici!!
Namasté,
Stefano
EDIZIONI FOR
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PER COSTITUIRE LA FONDAZIONE FOR MOTHER EARTH®
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